“
Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci con più calore, per correre più veloci domani. Tutti insieme ce la faremo”.
Con queste parole si sono concluse le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il 9 marzo scorso. Ed è da qui che abbiamo deciso di
ripartire, mettendo in campo tutta la nostra esperienza e competenza, come ci sembra doveroso fare in questo momento che ci vede uniti a combattere un nemico comune. Ancora, è per questo che ci è sembrato opportuno informare sul valore dello Smart Working e su quali siano le tecnologie e gli strumenti, ma anche le criticità, legati al lavoro agile.
Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali definisce lo Smart Working come:
“una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Molti sono portati a credere che lavorare da casa significhi semplicemente avere a disposizione un pc e una connessione ad internet, ma non è così. Lo Smart Working rappresenta un vero e proprio modello organizzativo all’interno del quale ognuno di noi, da casa, ha la possibilità di servirsi di
documenti riservati,
dati sensibili e
proprietà intellettuali; tutto questo si traduce anche nella possibilità di rimanere in contatto con colleghi e clienti attraverso
strumenti di workgroup come
web call o
videoconferenze.
È chiaro che, ancora una volta, una particolare attenzione va posta alla
sicurezza informatica, sulla quale 3CiME da sempre lavora ed è riconosciuta come uno dei principali attori europei. L'articolo
"3CiME Technology: A Holistic Approach to Data Security" all'interno della rivista
CIO Applications Europe ne è una dimostrazione.